Il termine “psicosomatico” fu usato per la prima volta nel 1818 da Heinroth seppur fosse un approccio olistico all’essere umano che trovava le sue origini già nell’antichità; nonostante ciò solo a fine 1800 lo psicoanalista statunitense Alexander ideò la medicina psicosomatica, sostenendo che ogni stato emotivo ha la sua sindrome fisiologica. La Psicosomatica è la disciplina che studia i legami tra i fattori psicologici (Psiche) e quelli fisiologici (Soma): nell’originare, mantenere o guarire da una malattia considera la persona umana come una unità indivisibile in cui il disturbo si manifesta a livello organico come sintomo e a livello psicologico come disagio. Il vecchio concetto di malattia intesa come effetto di una causa è stato, dunque, sostituito con una visione multifattoriale secondo la quale ogni evento (e quindi anche una affezione organica) è conseguente all’intrecciarsi di molti fattori, tra cui anche quelli psicologici. La psicosomatica presta attenzione, quindi, non solo alla manifestazione fisiologica della malattia, ma anche all’aspetto emotivo che l’accompagna, soma e psiche esprimono la stessa realtà su piani diversi: uno più sottile (mentale, psichico e talora anche spirituale) e uno più materiale (corporeo).
|